Chi ha sulle spalle un mutuo da pagare ogni mese se n’è già accorto da tempo: l’Euribor, cioè il saggio sui prestiti interbancari europei a cui sono agganciati molti finanziamenti a tasso variabile, ha ingranato di nuovo la marcia. Nelle scadenze a 3 mesi, questo indicatore ha superato la soglia dell’1,3%, mentre l’Euribor semestrale ha raggiunto addirittura l’1,6%, un livello che non si vedeva dall’estate del 2009. E così , chi negli anni scorsi si è indebitato per comprare una casa oggi è costretto inevitabilmente a tirare un po’ la cinghia: nel caso di un prestito a tasso variabile da 100 mila euro, contratto nel 2010, la rata da sborsare ogni 30 giorni è cresciuta di un importo compreso tra 10 e 15 euro circa, a seconda della durata del piano del rimborso. Nulla di grave, almeno per adesso. Peccato, però, che la corsa dell’Euribor non sia affatto giunta al capolinea. Anzi, potrebbe essere soltanto agli inizi visto che la Banca centrale europea (Bce), nella prima settimana di aprile, ha alzato il costo del denaro ufficiale dall’1 all’1, 25% e, nei prossimi mesi, attuerà quasi di sicuro una nuova stretta monetaria. La pensano così molto esperti delle case d’affari come Stewart Robertson, economista di Aviva Investrors, che prevede una crescita dei tassi in Europa fino al 2% entro la fine dell’anno e sino al 2,25% nel corso del 2012. Per gli analisti Schroders, invece, nell’arco dei prossimi 18 mesi il costo del denaro potrebbe toccare addirittura la soglia del 2,5%. Puer l’Euribor, com’è ovvio, si muoverà nella stessa direzione o, probabilmente, crescerà a un ritmo ancora più spedito visto che di solito anticipa di qualche mese le future mosse della Bce. Risultato: le rate dei mutui sono destinate a salire ancora, almeno per quel 65% di risparmiatori che, nell’ultimo quinquennio, ha preferito indebitarsi a tasso variabile, piuttosto che a tasso fisso. “fra due o tre anni i saggi d’interesse potrebbero crescere di almeno un paio di di punti rispetto a oggi” dice a Panorama Economy Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline che fa anche una stima sul potenziale aumento delle rate da qui al 2013: nel caso di un finanziamento da 100 mila euro, il rincaro sarà tra gli 80 e i 120 euro al mese, per un totale di circa 1.000 e 1.400 euro l’anno. Non è poco, se si considera che già oggi molti risparmiatori italiani faticano a far quadrare il proprio bilancio. Secondo un recente studio sull’Osservatorio regionale sul costo del credito (Orcc) promosso dalla Caritas, quasi il 50% delle famiglie di tutta la penisola spende per il mutuo oltre un terzo del proprio reddito e ora, con l’aumento dei tassi, circa il 25% dei debitori rischia di trovarsi in difficoltà. Mettere un freno alle rate, dunque, diventa un obiettivo irrinunciabile per molti. I risparmiatori che non sono ancora indebitati, dunque, devono pesare con attenzione sul piatto della bilancia i costi e i benefici del finanziamento che andranno a scegliere. Prestiti a tasso fisso o variabile, con il cap o indicizzati al costo del denaro della Bce: sono molte, infatti, le categorie di prodotti offerti oggi dalle banche italiane. Metterli a confronto, però, è abbastanza facile, almeno per chi usa abitualmente internet.
Negli ultimi due anni, infatti, sono nati in Italia diversi broker attivi nell’intermediazione di prestiti immobiliari attraverso il web, che hanno gettato il guanto di sfida allo storico leader del mercato MutuiOnline. Nell’autunno del 2009, per esempio, sono partite le attività di Mutui.it, fondato da un gruppo di ex manager di eBay Italia, a cui poi si sono aggiunti il portale Supermoney e, nelle settimane scorse, MutuiSupermarket, nato per iniziativa della società di mediazione creditizia FairOne. I quattro siti permettono di selezionare (e anche di richiedere online) il mutuo più conveniente, a seconda dell’importo desiderato e della scadenza prescelta. Nelle tabelle a pagina 63 Panorama Economy ha passato in rassegna l’offerta di questi operatori, selezionando per ognuno i due prodotti meno costosi in quattro categorie diverse di finanziamenti.
La soluzione più efficace per bloccare le rate è ovviamente l’accensione di un mutuo a tasso fisso, che permette di dormire sonni tranquilli fino alla fine del piano di rimborso. Ma la serenità ha un prezzo: i finanziamenti a interessi costanti sono abbastanza cari e, per un debito da 150 mila euro con scadenza a 25 anni, la rata è superiore di circa 200 euro rispetto a quella prevista per un prestito a tasso variabile di uguale importo e durata.
A chi non è disposto a tirare troppo la cinghia, dunque, gli esperti consigliano di indirizzarsi piuttosto su soluzioni diverse. Nicola Gerani, direttore marketing retail di Cariparma Crédit Agricole, segnala per esempio i mutui col cap, cioè i finanziamenti a tasso variabile che prevedono un tetto , massimo per gli interessi passivi, i quali non possono mai andare oltre una soglia predeterminata (cap), fissata in genere tra il 5,5 e il 6% all’anno.
Dello stesso parere è anche Alberto Genovese, amministratore delegato Mutui.it, che ricorda però come i finanziamenti col tetto siano leggermente più costosi rispetto agli altri prestiti a tasso variabile, mentre il cap è fissato dalle banche a un livello ben più alto dei tassi attuali di mercato. Risultato: questi prodotti, in realtà, fermano la crescita delle rate soltanto nel caso di un rialzo abbastanza sostenuto del costo del denaro. Il consiglio di Francesca Tedeschi, responsabile dell’istituto di ricerche Of-Osservatorio finanziario, è invece di guardare con maggior attenzione ai mutui indicizzati al tasso ufficiale della Bce. “è un parametro molto più stabile dell’Euribor e, in questo momento d’incertezza, espone a un minor rischio di oscillazione delle rate” dice. Per chi, invece, ha già sottoscritto un mutuo variabile, la soluzione ottimale è sostituire il vecchio prestito con un nuovo finanziamento a interessi fissi o col cap, pagando meno ma più a lungo.

Panorama Economy
a cura di Andrea Telara
(Mercoledì, 27 Aprile 2011 – n.18)

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Il variabile è (ancora) conveniente

Per chi deve accendere un mutuo oggi le possibilità da cui partire sono almeno quattro secondo le tipologie di finanziamento selezionate da Panorama Economy nell’ipotesi di un mutuo da 150 mila euro per un immobile che vale almeno 200 mila euro, da rimborsare in 25 anni.
Nelle tabelle in basso sono riportate le migliori offerte secondo MutuiOnline, Mutui.it, Supermoney e MutuiSupermarket, i comparatori online più usati dal mercato. Dalla classifica emerge che il variabile puro è ancora il più conveniente, seguito dal variabile con cap che mette un tetto alla rata, mentre il fisso costa già quasi 200 euro in più del variabile.

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